“Lavorare insieme ad altri colleghi è un punto di forza straordinario: permette il confronto, la discussione sui casi clinici più complessi e l’aiuto reciproco per le problematiche pratiche e quotidiane che nel nostro lavoro non mancano mai”. Queste le parole della dott.ssa Luisa Guglielmi in questa Giornata Mondiale dedicata proprio ai medici di famiglia, di cui un gruppo è rappresentato proprio negli spazi del nostro Civico.
È nata e cresciuta a Genova, poi si è trasferita in Lombardia e per 20 anni ha ricoperto il ruolo di Direttrice Sanitaria per una RSA. “Faccio parte del gruppo del Civico81 dal 2019. In soli 5 anni, il gruppo è cambiato. Infatti, ci sono stati pensionamenti (i “mitici” Mancabelli, Emiliani e, proprio quest’anno, Parentini) che hanno lasciato il posto a giovani dottoresse piene di entusiasmo. Sono passata da essere uno dei medici più giovani, a quella quasi più anziana. Trovo però che lo scambio generazionale possa arricchirci”, aggiunge la dottoressa. Un dettaglio, quello di essere parte di un gruppo più grande, che è stato fondamentale anche nel periodo del Covid19, perché ha permesso ai medici di sostenersi l’un l’altro ed essere sempre presenti per i pazienti.
La passione come elemento fondamentale per svolgere la professione del Medico di Famiglia. “Questo lavoro mi appassiona molto. Svolgiamo un ruolo chiave nella cura dei nostri pazienti, diventando un loro punto di riferimento. Siamo poi noi a consigliare programmi di prevenzione e a promuovere uno stile di vita sano”, dice la dott.ssa Guglielmi.
Essere all’interno del Civico81, oltre che inseriti in un gruppo di Medici di Famiglia, ha ulteriori vantaggi: il BonBistrot, i ragazzi delle Comunità, l’appoggio per le cure domiciliari e il servizio prelievi. “Il paziente può trovare in un unico spazio tante risposte di qualità ai propri problemi di salute. Inoltre, i ragazzi ospitati nelle Comunità sono quasi tutti nostri assistiti e questo permette un filo diretto in caso di problematiche o necessità con il personale che li accudisce, per dare una risposta tempestiva ai loro bisogni”, continua la dottoressa.
“Purtroppo la medicina generale non è più una branca ambita come in passato e questo sta generando un sovraccarico di lavoro per chi ancora in servizio. Auspico invece che sempre più giovani medici colgano le opportunità che questa professione offre e scelgano questo mestiere con passione e spirito di servizio”, conclude.