Ignacio, dal Cile a Giona per il Servizio Civile: “Una grande famiglia per chi ce l’ha lontana”

 

Una laurea in musicologia in Cile, un background come insegnante di musica a scuola e ora volontario del Servizio Civile al Centro Diurno Giona. E’ Ignacio, 28 anni, un ragazzo cileno, appassionato di musica. “Mi trovo benissimo, sono tutti giovani e quindi il lavoro è gradevole. I punti di forza sono lo scopo benefico, l’organizzazione delle nostre giornate e delle attività dei ragazzi e, forse il più importante, il rapporto tra gli educatori e i ragazzi”, racconta Ignacio.

 

Si trova a Cremona per continuare a studiare musica e liuto, il suo strumento. “Qui si respira aria di musica. – continua Ignacio – E’ l’ambiente giusto per me: le scuole di liuteria, il museo dei violini e i musicisti che incontro”. E’ capitato a Giona per caso. “Prendo lezioni di liuto presso un’Associazione che aveva un posto libero per il Servizio Civile al quale mi sono candidato. Dal Comune mi hanno chiamato per offrirmi quest’altra esperienza e mi ha subito colpito, così ho accettato.”

 

Giulia, educatrice al Centro Diurno della coop Nazareth, organizza la settimana e lo inserisce nei percorsi dove può aiutare e accompagnare meglio i minori. “L’attività che mi piace di più è sicuramente il corso di italiano. Mi colpisce il momento di confronto tra le tante lingue. Io parlo lo spagnolo e l’italiano è molto simile, ma le loro lingue native sono molto distanti dalle nostre. Mi rendo conto del muro linguistico, ma che pian piano viene fatto crollare, accorciando le distanze”, aggiunge Ignacio. Un altro aspetto che a Giona si cerca di trasmettere è il concetto di famiglia e i momenti di lingua sono fondamentali. “L’aiuto tra i ragazzi suggerisce loro che una famiglia può essere composta anche da persone che si sostengono reciprocamente, senza legami di sangue. E, secondo me, Giona è un po’ la loro grande famiglia, ora che i genitori sono lontani.”

 

Ha iniziato il servizio a fine giugno e, nonostante siano passati pochi mesi dall’inizio del percorso, ha già sentito le tante storie dei minori stranieri. “La storia che mi ha colpito di più? Difficile sceglierne solo una. Dal ragazzo pakistano che è arrivato in Italia camminando per 2 anni a chi ha attraversato il Mediterraneo in barca.”

 

Il suo futuro sarà nella musica? Ignacio si augura proprio di sì. “Finito il Servizio a Giona, rimarrò qui per altri 2 anni per completare gli studi. Mi auguro di rimanere in contatto con la coop Nazareth perché compie azioni umanitarie che in un momento storico come questo sono importanti”, conclude il ragazzo.

 

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