Tutte le mattine esce dal carcere di Cremona e, seguendo sempre uno stesso percorso predefinito, arriva al nostro Civico. La sua postazione è al primo piano, vicino agli uffici dell’Agenzia per il lavoro Mestieri. Computer, stampante e scanner sono i suoi strumenti quotidiani. È il “postino digitale” del progetto Zeromail della Cooperativa Zerografica di Milano, che si occupa di riscatto e reinserimento sociale dei detenuti. Si tratta di un servizio informatico pagato dai detenuti e portato avanti dai detenuti, attivo nelle carceri di Bollate, S. Vittore, Bergamo, Torino, Monza e appunto Cremona. Nella nostra città, sono coinvolte tre persone ristrette che hanno dai 35 ai 55 anni: due lavorano all’interno del carcere (articolo 20), uno esce dal carcere per lavorare presso il nostro Civico (articolo 21).
Ma in cosa consiste Zeromail? In pratica i detenuti scrivono su un foglio la propria comunicazione da inviare per esempio alla famiglia o all’avvocato e lo consegnano ai due detenuti referenti all’interno del carcere. Questi lo danno al detenuto “postino” che presso il nostro Civico lo scannerizza e lo invia al destinatario attraverso mail. Quando arriva la risposta la stampa e la riporta all’interno del carcere ai due detenuti referenti che si occupano della consegna. In questo modo, i detenuti possono diminuire drasticamente i tempi delle comunicazioni e anche i costi. Attualmente, al carcere di Cremona, si attivano circa 50/60 abbonamenti mensili da 30 mail (oltre 1.500 mail al mese gestite), ma grazie a una nuova organizzazione del servizio la Cooperativa Zerografica conta di arrivare anche a 100/200 contratti.
“Per i detenuti che usufruiscono del servizio – spiega Gualtiero Leoni, cofondatore di Zerografica – vuol dire sentirsi meno soli, e sentirsi meno soli significa essere più sereni e più consapevoli anche di quello che si è fatto di sbagliato. Per i detenuti che lavorano al servizio vuol dire investire nel proprio futuro, riabituarsi al lavoro, reinserirsi nella società. Il nostro obiettivo in questo come in tutti i progetti che portiamo avanti è quello di togliere ai detenuti le giustificazioni per ripetere gli errori, partendo dal lavoro. Avere in una realtà come quella del Civico la sede di Zeromail è fondamentale per accogliere queste persone con serietà e rigore, ma senza pregiudizi”.
L’Agenzia per il lavoro Mestieri, dentro ad un progetto più ampio sul carcere di Cremona che coinvolge numerosi attori sul territorio, è protagonista di un accompagnamento continuativo dei detenuti che intraprendono esperienze di lavoro. “La collaborazione con il carcere è fondamentale, sono loro che propongono i nominativi dei detenuti idonei a percorsi di inserimento lavorativo – spiega Annalisa Greci che lavora in questo ambito per Mestieri – L’agenzia valuta persone e progetti, fa colloqui e bilanci di competenze, avvia tirocini e poi se va tutto bene accompagna le persone in veri e propri percorsi di lavoro. La finalità è sempre quella di rieducazione e inclusione sociale. E il lavoro è il punto di partenza, il miglior modo per rimettersi in gioco e ricominciare all’interno di una rete. Perché da soli, per molti, è davvero dura…”.
“Il progetto Zeromail – aggiunge Enrico Leo, responsabile dell’area trattamentale del carcere di Cremona – è un servizio importante per i detenuti, voluto dall’amministrazione per ampliare le possibilità di inserimento lavorativo e di socializzazione attraverso il lavoro e per dare la possibilità ai detenuti di potenziare le comunicazioni con le famiglie che per loro sono il 90% delle relazioni. Il tempo in carcere è dilatato, distorto, e il poter avere comunicazioni in tempo reale favorisce il recupero della dimensione emotiva che è fondamentale”.